Eventi catastrofali

 “Ma perché ha fatto questa legge?”

E’ così, in maniera del tutto spontanea, che Narciso si rivolge a suo padre Gelindo, in una tipica commedia natalizia Vogherese.

Lo stesso identico interrogativo potrebbe venire a noi in relazione al set normativo riguardante gli Eventi Catastrofali di cui avevamo già iniziato ad occuparci.

La domanda, più che lecita, trova la sua risposta in questioni statistiche ed economiche.

Prendiamo come esempio di evento catastrofale quello dei terremoti

Andando a consultare il sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, si ha libero accesso allo storico di tutti i terremoti registrati nel mondo ed è possibile effettuare ricerche personalizzate. Abbiamo quindi ristretto il campo di ricerca all’Italia ed impostato la magnitudo minima al 4.0, in quanto terremoti di magnitudo 2 o 3 che si verificano a 5/10 km di profondità talvolta non vengono nemmeno percepiti; quindi, è poco probabile che causino danni a strutture come case o capannoni.

L’esito della ricerca mostra che nel quinquennio 2015-2019 si sono verificati 6 terremoti con magnitudo superiore al 4.0, mentre in quello successivo, 2020-2024, il numero di tali eventi è salito a 10, dato che si traduce in un aumento del 66,6%.

Statistiche simili a questa si trovano anche per alluvioni ed inondazioni e numeri del genere non possono certamente essere imputati a “casi isolati”, sono chiaramente sintomo di una situazione che sta rapidamente peggiorando.

Ma non è finita qui! Questi dati, infatti, non vanno letti in maniera isolata, ma nel contesto dello Stato che stiamo esaminando, ossia l’Italia.

L’analisi del territorio considerato deve, ad esempio, tener conto del fatto che la Banca d’Italia ha recentemente comunicato che alla fine di ottobre 2024 (ultimo periodo esaminato per intero) l’Italia ha raggiunto un debito pubblico di 2’981,3 miliardi di euro; cifra che per altro va a stabilire il nuovo record storico in merito al debito pubblico italiano.

A questo punto risulta piuttosto evidente che l’Italia non si può permettere di rifondere i danni causati dagli eventi catastrofali, sia a causa dell’aumento della loro frequenza, sia a causa della più totale mancanza di margini economici per farlo. Ecco quindi come mai si è ricorsi ad una normativa che rendesse “obbligatorio” (termine virgolettato in quanto nel prossimo articolo esamineremo per chi è realmente obbligatorio) per le persone giuridiche assicurarsi contro tali eventi.

Vogliamo porre l’attenzione su un ultimo aspetto: tale manovra se da un lato serve a manlevare lo Stato dall’incombenza di un’enorme spesa, dall’altro serve ad assolvere una funzione sociale di tutela del cittadino. Vista la situazione economica italiana, prima dell’introduzione di tale legge, un’impresa colpita da un evento catastrofale con gravi danni alle proprie strutture, correva il serio rischio di non vedersi rimborsato nulla, o comunque una piccolissima parte del danno, dallo Stato incappando nella problematica situazione di dover trovare diversamente i fondi per ricostruire oppure di dover chiudere. Quest’ultima ipotesi porta con se la perdita di lavoro per tutti i dipendenti impiegati nell’impresa ed una riduzione del lavoro per tutti i fornitori collegati; con la presenza di una polizza invece, l’impresa avrà in mano un contratto nel quale è stabilito quali saranno le condizioni di liquidazione a seguito del danno subito e ciò permetterà di avere certezze sul ricevimento di un indennizzo che scongiurerà la chiusura e perdita di posti di lavoro.

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